Nutrizione oligominerale di precisione: come sbloccare tutto il potenziale del rumine
L'alimentazione di precisione nei ruminanti è sempre stata una sfida a causa della natura complessa del rumine. Essendo un ecosistema microbico altamente dinamico, il rumine svolge un ruolo fondamentale nella digestione e nell'assorbimento dei nutrienti, rendendo difficile mettere a punto le strategie di alimentazione più corrette senza interferire su questo delicato equilibrio. Sebbene il settore della vacca da latte abbia fatto notevoli passi avanti nell'ottimizzazione dell'alimentazione dei ruminanti, c'è ancora spazio per ulteriori miglioramenti.
Tradizionalmente, gli oligoelementi come rame, zinco e manganese sono stati considerati principalmente come nutrienti per soddisfare le esigenze dietetiche minime. Tuttavia, recenti studi hanno modificato questa paradigma. Non è più solo la quantità di oligoelementi che conta: la fonte e la biodisponibilità di questi elementi possono influenzare notevolmente la salute, le prestazioni e hanno effetto anche sulla sostenibilità ambientale.
Gli oligoelementi inorganici come i solfati sono stati ampiamente utilizzati nelle razioni per vacche da latte, ma sempre maggiori prove evidenziano i loro limiti e i loro effetti indesiderati. Ad esempio, uno studio che ha confrontato diete con 45 ppm di solfato di rame con diete con 45 ppm di IntelliBond C (una fonte di oligoelementi idrossilati) ha rilevato una perdita del 25% di vitamina A nei mangimi contenenti solfato di rame.
Inoltre, è noto che i minerali a base solfato possono causare l'ossidazione dei grassi negli ingredienti dei mangimi, come la farina di soia, i distiller di mais o la farina di colza. Questa ossidazione costringe la vitamina E alimentare ad agire come antiossidante, riducendone la disponibilità per l'animale e influenzando potenzialmente la funzione immunitaria e le prestazioni.
In una serie di studi sulla reattività con i vari ingredienti dei mangimi, IntelliBond C ha costantemente superato il solfato di rame nel preservare la stabilità delle principali vitamine A, E, riboflavina, all'interno del mangime, contribuendo a mantenere il loro valore nutrizionale durante la conservazione. Inoltre, i mangimi con oligoelementi idrossilati come IntelliBond, hanno mostrato una riduzione dell'ossidazione dei lipidi e una migliore attività delle fitasi.
Ma gli effetti negativi dei minerali inorganici vanno ben oltre i problemi di stabilità dei mangimi. A causa della loro elevata solubilità e forma ionica, molti minerali inorganici possiedono forti proprietà antimicrobiche. Sebbene siano utili in alcune applicazioni, come il solfato di rame nei bagni podali per controllare le infezioni, queste proprietà diventano un limite nei mangimi per ruminanti. L'ecosistema microbico complesso del rumine può essere alterato da questi minerali che hanno azione antimicrobica, come il solfato di rame, riducendo l'efficienza della fermentazione e rallentando la digestione della fibra e della materia organica. Ciò limita la disponibilità di energia, la produzione di proteine microbiche e quindi influisce negativamente sulla produzione di latte, sulla crescita e sulla salute generale.
Oligoelementi idrossilati: un punto di svolta per la nutrizione nelle vacche da latte
Gli oligoelementi idrossilati, come quelli della gamma Selko IntelliBond, offrono un'alternativa convincente. La loro struttura cristallina unica garantisce una bassa solubilità nel rumine e un'elevata biodisponibilità nell'intestino. Ciò consente loro di bypassare le interazioni negative del rumine fornendo al contempo i nutrienti essenziali in modo più efficiente.
Una recente ricerca di Fermentrics Technologies, Inc. ha dimostrato l’efficacia delle fonti IntelliBond di zinco e manganese nel promuovere la produzione apparente di biomassa microbica (aMBP), un indicatore chiave della salute e dell'efficienza del rumine (Figura 1). Studi precedenti hanno dimostrato che la sostituzione del solfato di zinco con IntelliBond Z a 90 ppm ha migliorato la produzione di acidi grassi volatili da 62 mM a 90 mM, una fonte di energia essenziale per le vacche da latte.

In termini di digeribilità della fibra, gli oligoelementi idrossilati hanno prestazioni migliori rispetto alle fonti inorganiche. In una meta-analisi di 10 studi, il passaggio a fonti di idrossilate ha aumentato la digeribilità della fibra neutro detersa (NDF) di 3-4 punti percentuali. Secondo una ricerca della Michigan State University, ogni aumento dell'1% della digeribilità dell'NDF può tradursi in 250 grammi in più di latte ECM per vacca al giorno. Ciò significa fino a 1 chilogrammo in più di latte al giorno durante la transizione e il picco di lattazione, semplicemente cambiando la fonte minerale. Ciò è stato confermato dagli ultimi risultati condivisi dal professor Jose Santos dell'Università della Florida, dove il suo gruppo di ricerca ha osservato che la produzione media di latte corretto per l'energia (ECM) in un periodo di 105 giorni era di circa 1,5 kg superiore al giorno nel gruppo integrato con Selko IntelliBond (Figura 2).

Oltre alla produzione, un migliore assorbimento dei minerali degli oligoelementi idrossialti può anche avere implicazioni positive per la riproduzione, uno dei fattori più critici per la redditività della mandria da latte. Uno studio condotto da UC Davis ha monitorato le vacche che ricevevano oligoelementi idrossilati (IntelliBond) o una combinazione di oligoelementi inorganici e organici per 10 settimane immediatamente dopo il parto. A 50 giorni di lattazione, le vacche sono state super-ovulate e gli embrioni sono stati raccolti a 65 giorni dopo il parto. I risultati hanno mostrato un aumento significativo del numero di embrioni di alta qualità provenienti da vacche che hanno ricevuto il trattamento con oligoelementi idrossilati rispetto a quelli di altre fonti minerali. Ciò suggerisce che l'alimentazione di precisione con oligoelementi idrossialati può migliorare l'efficienza riproduttiva nelle vacche da latte ad alta produzione.
Come ampiamente dimostrato, gli oligoelementi idrossilati offrono chiari vantaggi rispetto alle fonti inorganiche. In aggiunta, IntelliBond si distingue per la sua struttura chimica e il processo di produzione unici, essendo una fonte di oligoelementi idrossilata. A differenza di alcuni minerali idrossilati che possono variare in dimensioni e stabilità delle particelle, IntelliBond utilizza un complesso idrossilato cristallino brevettato noto come tecnologia OptiSize™, che offre una maggiore stabilità, una migliore biodisponibilità e un rilascio mirato preciso nell'intestino. Questi vantaggi sono stati chiaramente dimostrati in un recente studio di fermentazione in vitro che ha confrontato più fonti di oligoelementi, inclusi altri idrossilati, in cui IntelliBond ha mostrato una scomparsa di materia organica e una produzione di biomassa microbica significativamente maggiori (Figura 3).

Alimentazione di precisione per la sostenibilità della zootecnia da latte
Per le aziende da latte impegnate a migliorare la produttività, la salute e la sostenibilità, l'importanza del "giusto nutriente, giusta fonte, giusto momento" non è mai stata così critica. L'alimentazione di precisione con fonti di oligoelementi di alta qualità supporta non solo le prestazioni degli animali, ma anche l'economicità e la sostenibilità ambientale. Trouw Nutrition e il suo marchio Selko sono all'avanguardia nel ridefinire il modo in cui la zootecnia da latte si avvicina alla nutrizione oligominerale. Investendo in una solida ricerca e in applicazioni pratiche degli oligoelementi idrossilati, Trouw Nutrition sta aiutando i produttori a ottenere di più dalle loro mandrie, riducendo al contempo l'impatto ambientale nei loro allevamenti.
Conclusioni
La nutrizione minerale di precisione non consiste più solo nel soddisfare i fabbisogni nutrizionali. Si tratta di scegliere la fonte giusta per mantenere il rumine sano, migliorare l'efficienza alimentare, ridurre gli sprechi e aiutare le vacche a dare il meglio di sé, giorno dopo giorno. Gli oligoelementi Selko IntelliBond non sono solo additivi; Sono strumenti strategici nella ricerca di una produzione di latte più efficiente, sostenibile e redditizia.
Catalin Necula, DVM, PhD