Gli effetti positivi di un programma di alimentazione ad elevati apporti nutrizionali pre-svezzamento

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Punti chiave della ricerca

  • Programmi di alimentazione intensivi consentono ai vitelli di raddoppiare l'assunzione di cibo rispetto ai programmi di alimentazione limitati

  • I programmi di alimentazione ad elevati apporti nutrizionali generano incrementi di crescita rispetto ai programmi di alimentazione limitati

  • Maggiori livelli di incremento ponderale pre-svezzamento sono stati associati all’anticipazione dell’età del primo parto e al miglioramento della produzione di latte

  • È necessario prestare particolare attenzione alle strategie di svezzamento dei vitelli alimentati con elevati apporti nutrizionali

  • L’alloggiamento in gruppo può essere utile adottando questi programmi, poiché incoraggia una maggiore assunzione di alimenti solidi e porta ad una riduzione dello stress

31/12/2021

I programmi di alimentazione ad elevati apporti nutrizionali pre-svezzamento influenzano il comportamento, la crescita e la gestione in azienda dei vitelli

Mentre l'approccio tradizionale all'allevamento dei vitelli si era concentrato sulla limitazione della quantità di latte, o sostituto del latte, come mezzo per stimolare l'assunzione precoce di mangimi solidi. Oggi le aziende stanno adottando invece maggiormente programmi di alimentazione con piani alimentari ad elevati apporti nutrizionali per stimolare la crescita. Questi programmi di alimentazione ad elevetai apporti nutrizionali permettono quantità di latte simili ai livelli che un vitello consumerebbe in natura. Pertanto, l’assunzione del latte classica del 10% del peso corporeo alla nascita porterebbe a poco meno di 500 g/giorno di incremento di peso [1], mentre è stato dimostrato che questi programmi generino aumenti di peso tra 750 a 1000 g al giorno .[2] Questi programmi hanno benefici a breve e a lungo termine, sia sulla crescita che sul comportamento dei vitelli. La dott.ssa Miller-Cushon dell'Università della Florida ha esplorato questi problemi nella sua rassegna "Intensified Pre-Weaning Calf Feeding Programs: Impacts on Growth and Behavior."[3]

Miglioramento degli accrescimenti e del benessere nel primo periodo di vita

Quando ai vitelli viene fornito latte ad libitum, essi consumano tra gli 8 e i 16 litri al giorno.[4,5] I programmi di alimentazione ad elevati apporti nutrizionali raddoppiano la quantità di sostanza secca somministrata in base al peso corporeo dall'1,5% al ​​2-3%. Questi programmi hanno quindi un grande impatto sulle prestazioni dei vitelli nelle prime fasi di vita, sulla crescita strutturale (sia della circonferenza che dell'altezza) e sull'efficienza della conversione dei mangimi. [6]

I programmi di alimentazione ad elevati apporti nutrizionali mostrano anche grandi vantaggi in termini di benessere dei vitelli in giovane età. Questi sistemi di alimentazione, specialmente se ad libitum, consentono ai vitelli di alimentarsi in modo simile a quello in natura, consumando 8-10 pasti al giorno (invece della pratica convenzionale e limitata di due pasti al giorno) e quindi dedicare una maggiore quantità di tempo all'alimentazione (da 45 a 60 minuti al giorno, rispetto a circa 10 minuti al giorno mediante il metodo tradizionale). [7] I vitelli alimentati con programmi limitati, invece, mostrano maggiori segni di fame (suzione non per alimentarsi e frequenti accessi senza assunzione di cibo all'allattatrice). I sistemi di alimentazione ad elevati apporti nutrizionali hanno quindi risvolti abbastanza chiari sul benessere dei vitelli in termini di riduzione della fame e ripristino dei modelli di comportamento dell'alimentazione naturale quando l'alimentazione è fornita ad libitum.

 

Benefici a lungo termine dei programmi di alimentazione ad elevati apporti nutrizionali si registrano sulla produzione futura

Affinché questi programmi alimentari ad elevati apporti nutrizionali abbiano un senso economico per i produttori di latte, ci deve essere un aumento delle prestazioni a lungo termine. In effetti, è stato dimostrato che migliorare il piano alimentare dei primi giorni di vita, aumenta il potenziale di produzione a lungo termine. La ricerca sulla quantità e sulla qualità del sostituto del latte ha mostrato una riduzione dell'età al primo parto[8] e un aumento della produzione di latte. Uno degli studi di Soberon et al. (2012)[9] ha mostrato la correlazione positiva tra guadagno giornaliero medio pre-svezzamento e resa del latte nella prima lattazione. Per ogni kg di incremento giornaliero pre-svezzamento, vi è stato un miglioramento della resa del latte tra 850 e 1.113 kg. Pertanto, i maggiori costi dei programmi di alimentazione ad elevati apporti nutrizionali possono essere recuperati già dalla prima lattazione.

 

Gestire i vitelli con un’alimentazione ad elevati apporti nutrizionali

L'attuazione di questi programmi di alimentazione ad elevati apporti nutrizionali richiede alcune tecniche di gestione in azienda per lo svezzamento e l'alloggio. Poiché lo sviluppo del rumine è leggermente ritardato con programmi alimentari ad elevati apporti nutrizionali basati sul latte, può essere una sfida sostenere una crescita costante attraverso lo svezzamento. Pertanto, le prestazioni post-svezzamento dipendono da una corretta transizione nel momento dello svezzamento che può essere raggiunto dallo svezzamento ritardato[10] o graduale, mediante un metodo step-down.[11]

Inoltre, i sistemi di alimentazione ad elevati apporti nutrizionali utilizzano generalmente alloggi di gruppo, mentre nei sistemi di alimentazione convenzionali i vitelli neonati sono generalmente alloggiati individualmente. I vitelli ospitati in gruppo, di solito, consumano più alimento solido prima dello svezzamento [12] e i box di gruppo tendono a ridurre lo stress, [13] questo si traduce in un aumento di peso più costante durante lo svezzamento.[14]

In definitiva, i benefici a breve e lungo termine dei sistemi di alimentazione ad elevati apporti nutrizionali si identificano in una maggiore crescita, un comportamento alimentare più naturale, nella possibilità di abbassare l’età al primo parto ed aumentare la produzione di latte. È tuttavia fondamentale una solida conoscenza delle tecniche di gestione che devono essere implementate affinché i sistemi di alimentazione ad elevati apporti nutrizionali abbiano successo.


Bibliografia

[1] Appleby, M. 2001. Performance and feeding behaviour of calves on ad libitum milk from artificial teats. Appl. Anim. Behav. Sci. 74:191–201. Jasper, J., and D. M. Weary. 2002. Effects of ad libitum milk intake on dairy calves. J. Dairy Sci. 85:3054–3058. 
[2] Tedeschi, L. O., and D. G. Fox. 2009. Predicting milk and forage intake of nursing calves. J. Anim. Sci. 87:3380–3391. Appleby, M. 2001. Op cit.
[3] Miller-Cushon, E.K. Intensified Pre-Weaning Calf Feeding Programs: Impacts on Growth and Behavior. Florida Ruminant Nutrition Symposium, 2015.
[4] Appleby, M. 2001. Op cit., Jasper, J. and D.M. Weary. 2002. Op cit. Miller-Cushon, E. K., R. Bergeron, K. E. Leslie, and T. J. Devries. 2013a. Effect of milk feeding level on development of feeding behavior in dairy calves. J. Dairy Sci. 96:551–564.
[5] Khan, M. A., D. M. Weary, and M. A. G. von Keyserlingk. 2011a. Invited review: effects of milk ration on solid feed intake, weaning, and performance in dairy heifers. J. Dairy Sci. 94:1071–1081.
[6] Diaz, M. C., M. E. Van Amburgh, J. M. Smith, J. M. Kelsey, and E. L. Hutten. 2001. Composition of growth of Holstein calves fed milk replacer from birth to 105- kilogram body weight. J. Dairy Sci. 84:830–42. Khan, M. A., H. J. Lee, W. S. Lee, H. S. Kim, S. B. Kim, K. S. Ki, J. K. Ha, H. G. Lee, and Y. J. Choi. 2007. Pre- and postweaning performance of holstein female calves fed milk through step-down and conventional methods. J. Dairy Sci. 90:876–885.
[7] Appleby, M. 2001. Op cit. Miller-Cushon et al., 2013a. Op cit.
[8] Raeth-Knight, M., H. Chester-Jones, S. Hayes, J. Linn, R. Larson, D. Ziegler, and B. Ziegler. 2009. Impact of conventional or intensive milk replacer programs on Holstein heifer performance through six months of age and during first lactation. J. Dairy Sci. 92:799–809. Davis Rincker, L. E., M. J. VandeHaar, C. A. Wolf, J. S. Liesman, L. T. Chapin, and M. S. Weber Nielsen. 2011. Effect of intensified feeding of heifer calves on growth, pubertal age, calving age, milk yield, and economics. J. Dairy Sci. 94:3554–3567.
[9] Soberon, F., E. Raffrenato, R. W. Everett, and M. E. Van Amburgh. 2012. Preweaning milk replacer intake and effects on long-term productivity of dairy calves. J. Dairy Sci. 95:783-793.
[10] DePassillé, A. M., T. F. Borderas, and J. Rushen. 2011. Weaning age of calves fed a high milk allowance by automated feeders: effects on feed, water, and energy intake, behavioral signs of hunger, and weight gains. J. Dairy Sci. 94:1401–1408. [11] Khan et al., 2007. Op cit.
[12] De Paula Vieira, A., M. A. G. von Keyserlingk, and D. M. Weary. 2010. Effects of pair versus single housing on performance and behavior of dairy calves before and after weaning from milk. J. Dairy Sci. 93:3079–3085.
[13] De Paula Vieira, et al., 2010. Op cit.
[14] Chua, B., E. Coenen, J. van Delen, and D. M. Weary. 2002. Effects of pair versus individual housing on the behavior and performance of dairy calves. J. Dairy Sci. 85:360–364.

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